Fonte: Online News del 20 settebre 2013 – L’approccio globale alla persona è una priorità degli Istituti Regina Elena e San Gallicano che anche attraverso “L’Area di Supporto alla Persona”, diretta da Tonino Cantelmi promuove modelli di assistenza integrata in ambito oncologico. L’obiettivo è la presa in carico globale del paziente e della sua famiglia, promuovere nuove progetti e nuovi modelli di umanizzazione che mettano sempre più al centro del processo assistenziale i bisogni del paziente.
Lunedì 23 settembre alle ore 9.30 presso il Centro Congressi “Bastianelli” (Via Fermo Ognibene, 23 – Roma) si terrà un incontro dal titolo “Psiconeuroncologia” durante il quale verranno illustrate alcune iniziative davvero originali:
– Presentazione del progetto “Ti racconto un sogno”, progetto pilota di Social Dreaming, una tecnica di lavoro di gruppo che valorizza il contributo che i sogni possono offrire non solo alla comprensione del “mondo interno” dei sognatori ma anche della realtà sociale in cui essi sono immersi.
– Presentazione della Survey condotta sui Centri italiani dedicati alla cura dell’Epilessia afferenti al gruppo di studio Nazionale su “Epilessia e Tumori Cerebrali” della Lega Italiana contro l’Epilessia, di cui la Dott.ssa Maschio del Regina Elena è Coordinatore Nazionale.
– Intervento di Fabrizio Didonna su Mindfulness in oncologia, pratica psicologica derivata dalla meditazione buddista, che consente ai soggetti di acquisire una consapevolezza piena della propria mente e del proprio corpo.
Notizia ripresa da: lifestyle.tiscali.it
Contro la depressione, “Ti racconto un sogno”
Il Social Dreaming nel percorso di umanizzazione delle cure
La depressione è un problema che colpisce i malati di tumore in maniera spesso grave e soprattutto va ad interferire in maniera negativa sull’efficacia delle cure. La percezione della realtà ed i vissuti personali sono inoltre molto alterati nei luoghi di cura. Lo staff dell’“L ’Area di Supporto alla Persona”, diretta da Tonino Cantelmi, ha appena presentato il progetto “Ti racconto un sogno…” (al via dal 30 settembre), che nasce dall’utilizzo del gruppo esperienziale e della tecnica del Social-Dreaming, per affrontare le difficoltà legate alla relazione Utenza-Struttura, attraverso le “libere associazioni sui sogni e sull’immaginario collettivo della malattia oncologica”. L’esperienza è aperta ai pazienti e a tutti coloro che sono chiamati a rispondere ai bisogni di cura: familiari, medici, operatori sanitari, psicologi, volontari, ecc..
Fabrizio Didonna, psicologo-psicoterapeuta presidente dell’Istituto Italiano Mindfulness, ha illustrato le potenzialità osservate in oncologia tramite l’utilizzo della Mindfulness, pratica psicologica derivata dalla meditazione buddista, che consente ai soggetti di acquisire una consapevolezza piena della propria mente e del proprio corpo. Infine, sono stati presentati i dati preliminari della Survey condotta sui Centri italiani dedicati alla cura dell’Epilessia afferenti al gruppo di studio Nazionale della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) su “Epilessia e Tumori Cerebrali”, di cui Marta Maschio del Regina Elena è Coordinatore Nazionale.
“Recuperando l’approccio delle culture tribali e delle antiche civiltà – illustra Tonino Cantelmi – in cui i sogni venivano raccontati e discussi come “chiavi” per leggerne i significati simbolici, i sogni possono essere considerati come espressione di desideri e fantasie di un certo individuo, ma anche come “speciali rappresentazioni” di punti di vista ed idee della persona a proposito della comunità in cui vive e delle organizzazioni a cui appartiene. La nostra esperienza evidenzia che l’Ospedale può divenire un vero e proprio crocevia di interazioni caricate di valenze e di attese non sempre reali”.
“I benefici della meditazione – spiega l’esperto di Mindfulness, Fabrizio Didonna – sono stati osservati in protocolli validati da oltre 30 anni che dimostrano di migliorare in modo significativo il dolore cronico, i disturbi del sonno, ansia, depressione e problemi causati da stress. La tecnica, che origina dalla disciplina buddista, aiuta a stare nel “qui ed ora” e ad utilizzare le risorse personali, vivendo in modo diverso l’esperienza vita. E’ uno stato mentale capace di ridurre in modo significativo la depressione ed aumentare l’efficacia delle cure”.
25 settembre 2013