Estate: da ragni a laghi e falene, 10 fobie che la trasformano in un incubo

Fonte: Corriere Nazionale del 15/07/2014 – AdnKronos Salute – Una paura irrazionale che può trasformarsi in vero e proprio panico, alla vista di insetti, ambienti, animali o situazioni particolari, finendo per rovinare inesorabilmente le vacanze. Le fobie in estate non abbandonano gli italiani e, “anzi, possiamo dire che questa è proprio la stagione delle fobie. In inverno, infatti, anche a causa della minore esposizione alla luce, siamo più depressi. Mentre nella stagione calda, quella dei viaggi, degli incontri e delle novità, siamo più fobici”. Parola dello psichiatra Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo all’università Lumsa di Roma, che per l’Adnkronos Salute delinea le 10 fobie dell’estate, che rischiano di trasformare in un incubo le vacanze. 

Dal mare aperto al cibo insolito, dagli insetti ai serpenti, fino all’igiene di residence o alberghi o al timore di essere dimenticati sui social network, sono molti i fattori che possono scatenare questo disturbo. “La fobia – ricorda l’esperto – ha come caratteristica una paura, eccessiva e irragionevole, scatenata dall’idea di una minaccia per la propria incolumità. Talvolta ci troviamo di fronte a fobie semplici, altre a paure complesse, collegate con i disturbi di panico”. Ecco dunque le 10 paure dell’estate ‘censite’ dallo psichiatra:

1) La fobia per mare o lago. “Per il fobico rappresentano simbolicamente una minaccia profonda, il contatto con l’ignoto. Ci sono pazienti che non riescono ad andare al mare, altri che si immergono solo fino alle ginocchia e dove toccano, altri ancora che evitano i bagni nel blu, dove non si vede cosa c’è sotto”.

2) L’igiene. “Chi ne è ossessionato può avere delle crisi se si ritrova in campeggio o in agriturismo dove può trovare situazioni ‘spartane’, o dove non ha il controllo sulle pulizie. Si tratta di una fobia legata a tratti ossessivi”, precisa Cantelmi.

3) Altre fobie molto diffuse sono quelle legate all’altezza o alla vastità dell’ambiente. Normalmente la prima reazione è quella di abbandonare il luogo dove è esplosa la fobia, che può essere anche quello della vacanza, o di evitare di tornarci. “L’evitamento è l’arma di questi fobici”, prosegue lo psichiatra.

4) Paura degli insetti o dei ragni. “In questo periodo ricevo molte chiamate da persone terrorizzate dagli aracnidi o da altri piccoli insetti: è come se la natura si ribellasse a noi. E si fatica a optare per mete a rischio ragni'”.

5) Luce e sole. “Esiste un manipolo di persone che si dichiara allergica alla luce, naturale o artificiale. In estate, per evitare ‘overdose’, queste persone si coprono con abiti, cappelli, occhiali e lamentano mal di testa da iper-esposizione. Qui più che una fobia – spiega – si tratta di un segnale di un problema differente, che naturalmente non c’entra nulla con la fotofobia”, una sensibilità eccessiva alla luce.

6) Agorafobia: “Paura o grave disagio che si prova quando ci si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all’aperto. Si tratta di un tipo di paura collegata al panico, un problema piuttosto diffuso se si pensa che in Italia 700 mila persone soffrono di disturbi di panico”.

7) Paura delle farfalle notturne, detta mottefobia. “Le falene sono un insetto della notte, quindi in questo caso concentriamo la nostra fobia su questo elemento, un po’ come fosse simbolo della notte, di ciò che è misterioso e fuori controllo”.

8) Paura dei serpenti e dei vermi. “Abbiamo bisogno di simboli su cui riversare la negatività, e questi esseri rappresentano la componente inaccettabile di noi stessi o della realtà”, dice Cantelmi.

9) La paura di essere nudi o del nudo altrui. La nudità, spiega l’esperto, è associata con l’assenza di difese, ed è collegata all’ansia sul piano sessuale.

10) Paura di non essere popolari sui social e di essere ignorati sul web. “E’ un po’ la novità di quest’anno: l’umanità oggi vive una sorta di sindrome del principe-ranocchio, ci presentiamo al mondo come principi ma temiamo di essere visti come ranocchi, o peggio ancora di essere dimenticati. Così, in estate, nei giorni di ferie lontani dal pc e dalla scrivania, l’ansia di essere dimenticati – o peggio ‘scoperti’ come ranocchi – spinge a postare continuamente immagini, foto e commenti sui social, in una bulimia digitale che rischia di compromettere l’effetto vacanze”.
 

Fonte: Corriere Nazionale