Cyberbullismo, la psicologa: “Bambini sempre meno creativi”

Fonte: Quotidiano.net del 7/02/2017– Intervista alla psicologa di Internet: “Le degenerazioni violente e le tragedie del web sono causate dalla mancanza di dialogo tra genitori e figli. La colpa non è delle nuove tecnologie”. Spiega la docente di Cyberpsicologia all’università Europea, Michela De Luca (ITCI) con il professor Tonino Cantelmi.

Dottoressa Michela De Luca, i giovani sottovalutano i rischi del web. Di chi è la colpa? 

“Non è delle nuove tecnologie. Il cyberbullismo è generato dalla mancanza di dialogo tra genitori e figli – spiega la docente di Cyberpsicologia all’università Europea con il professor Tonino Cantelmi –. Gli adulti quando affrontano il problema coi figli vietano l’uso degli smartphone, ma sbagliano. I giovani abusano dei dispositivi, ma sono fragili e deboli perché dietro non hanno strutture solide”.

Alcuni esperti prevedono apocalissi, come epidemie di cecità, per l’abuso di smartphone. Lei ha potuto studiare deficit specifici?

“I giovani di oggi hanno un cervello diverso dai giovani di una volta, con modificazioni genetiche che stanno provocando mutazioni antropologiche. Ci sono sviluppi positivi nell’uso normale di videogiochi, come il miglioramento della capacità di problem solving o la possibilità di essere multitasking. Ma non mancano gli effetti negativi causati dalla velocità dell’elaborazione: i giovani non si fermano mai e le connessioni neurali non si creano danneggiando la capacità creativa, l’immaginazione e il pensiero critico. I ‘mobile born’ (nativi degli smartphone, ndr) non hanno tempo di focalizzare”.

Esistono altri rischi di natura genetica?

“Anche la difficoltà a leggere, la dislessia, può essere causata dal sottosviluppo di un’area del cervello deputata a leggere le forme statiche, mentre invece è ipersviluppata quella deputata a leggere le forme in movimento. Esistono studi che ipotizzano una conformazione diversa del pollice: diventerà più lungo a causa dello smartphone”.

L’81% dei genitori minimizza i problemi dei figli legati al cyberbullismo.

“Mamma e papà devono avvicinarsi al mondo del web e insegnare ai figli i rischi. Il problema è che usano due linguaggi diversi, ma devono dare il buon esempio limitando l’uso dei telefonini e fermandosi per dare attenzioni ai figli. La rivoluzione deve partire dai genitori, la società ha subìto un cambiamento troppo rapido”.

E la scuola?

“I docenti devono capire questi aspetti cognitivi che cambiano e sfruttarli a scuola. I professori sono spaesati perché gli studenti si annoiano o si distraggono, ma in realtà non comprendono le novità in corso nelle loro teste”.

Che differenze ci sono nelle dipendenze social tra maschi e femmine?

“Le ragazze sono più drogate di ‘chat addiction’ (dipendenza da chat, ndr), le relazioni sul web. I maschi si rifugiano nei videogame, perché non sono in grado di vivere la realtà”.

Come psicoterapeuta, che età ha il suo paziente più giovane? 

“Dodici anni. Quando i genitori gli chiedevano di spegnere lo smartphone, lui dava in escandescenza: non aveva percezione del tempo, il mental clock, e il suo organismo si nutriva di dopamina, la sostanza che provoca piacere a un tossico quando compie la sua attività preferita”.